Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita per la prima volta nel 1974. Nel corso di questa giornata, l’attenzione planetaria si concentrerà sul ripristino degli ecosistemi danneggiati, oggetto di monitoraggio ed intervento fino al 2030, e soprattutto sull’Agenda ONU2030, una sfida globale che sottolinea la necessità di tutelare gli ecosistemi idrici e terrestri per non compromettere la biodiversità necessaria per la vita su questo pianeta.

Sembrano temi distanti dalla nostra quotidianità lavorativa poiché l’immagine che passa nella nostra mente quando si parla di tutela degli ecosistemi ci rimanda a deforestazioni, animali in pericolo, ambienti inquinati da emissioni e rifiuti. Ma è proprio qui che dobbiamo fermarci a riflettere poiché le nostre azioni, il nostro stile di vita e i nostri consumi hanno prodotto questi risultati e non possiamo permetterci di girare lo sguardo dall’altra parte.

Recentemente, l’Europa ha introdotto, attraverso il Regolamento UE 2020/852, una Tassonomia Verde per censire e classificare le attività produttive che possono essere definite sostenibili sulla base degli Obiettivi Ambientali definiti dall’Unione Europea: all’interno di tale Regolamento, sono contenuti i criteri di vaglio tecnico che permettono di definire in che modalità ciascuna attività contribuisce al perseguimento di uno dei 6 Obiettivi Ambientali identificati senza arrecare danni significativi a nessuno degli altri 5 (clausola “Do No Significant Harm – DNSH).

L’art.9 del Regolamento UE elenca i 6 Obiettivi Ambientali:

  1. Mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. Adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. Uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine;
  4. Transizione verso Economia Circolare;
  5. Prevenzione e riduzione dell’inquinamento;
  6. Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;

Tutti questi temi stanno assumendo un ruolo chiave all’interno della Transizione Ecologica e dell’applicazione del PNRR, al punto che, per esempio, i precedenti finanziamenti provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico ed indirizzati al settore Industria 4.0 sono stati convertiti in finanziamenti Transizione 4.0 dove il rispetto dei requisiti della Tassonomia Europea diventa un elemento necessario per l’erogazione del finanziamento.Non solo, tutte le organizzazioni che oggi sono soggette alla Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria e, successivamente, alla nuova Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese saranno tenute a condividere informazioni in merito a quanto richiesto dalla Tassonomia Europea.

Bene, è quindi necessario che ci sia un forte impulso verso una conversione sostenibile dei nostri processi produttivi, che deve essere accompagnata e guidata, aumentando quella consapevolezza verso un cambiamento che deve essere socialmente desiderabile per garantire alle generazioni future almeno le stesse risorse di cui oggi disponiamo.