Si stima che in un anno la popolazione mondiale produca 141 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica e che in un anno un italiano produca 210 kg rifiuti da imballaggio, di cui solo 150 riciclati.

Lo smaltimento dei rifiuti è un problema rilevante e crescente nello scenario globale, in un momento in cui le tematiche ambientali stanno prendendo sempre più rilevanza.

Smaltire gli imballaggi in modo scorretto porta, infatti, a problemi come la dispersione nell’ambiente di plastica, all’inquinamento legato alla cattiva gestione dell’incenerimento e alle discariche e alla perdita di risorse utili, poiché tutto ciò che è smaltito male non può essere riciclato e diventare nuova risorsa. Spesso è difficile riconoscere i materiali e sapere come smaltirli correttamente creando importanti problematiche ambientali.

Le diverse etichette ambientali dei paesi europei

Nel 2018 l’Unione Europea ha approvato un’importante direttiva a riguardo, proprio per evitare questi rischi. Questa prevede l’apposizione di un’etichettatura ambientale dei prodotti che contengono informazioni sulla tipologia di imballaggio e le modalità di corretto smaltimento.

Per il momento solo Italia e Francia hanno recepito questa direttiva ma l’obbligo di etichettatura ambientale entrerà in vigore in tutta Europa nei prossimi anni. Sarà quindi un’importante innovazione e un nuovo adempimento da rispettare per chi vende all’interno del mercato europeo.

Tutte le etichette dovranno contenere indicazioni sui materiali degli imballaggi e il relativo smaltimento.

Ogni paese, però, potrà scegliere in autonomia l’impostazione grafica e la destinazione dei materiali, a seconda delle modalità di riciclo locale.
Sarà quindi importante avere etichette appropriate per ogni paese.

Cosa è cambiato nel 2023: le linee guida CONAI

Come è noto, dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi.

Il CONAI, per agevolare le aziende e gli operatori del settore, ha reso disponibile una guida contenente informazioni sull’etichettatura degli imballaggi in diversi paesi europei, integrata da UK ed Israele.

Per ogni paese viene indicato il tipo di logo previsto, il carattere obbligatorio o volontario dell’etichetta, le fonti di riferimento e la possibilità o meno di ricorrere a canali digitali.

Il documento è in fase di implementazione e sarà successivamente ampliato con le indicazioni relative ad ulteriori mercati europei.

Scarica qui la la linea guida CONAI

L’etichettatura ambientale degli imballaggi

L’etichettatura si è da tempo diffusa come strumento di “trasparenza” tra l’azienda e il consumatore relativamente alle informazioni di prodotto. Ed è all’interno di questa trasparenza che si inserisce l’etichettatura ambientale degli imballaggi, che prevede l’identificazione, in apposita etichetta, dei materiali di cui è fatto l’imballaggio e le indicazioni per una corretta gestione a fine vita degli stessi destinati al consumatore finale.

Dal 1° gennaio 2023 entra in vigore l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi. L’11 settembre 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che recepisce la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti, e la direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio. In particolare, l’art. 3 comma 3, lettera c) del decreto ha apportato modifiche al comma 5 dell’art. 219 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152 (e successivi aggiornamenti e modifiche), “Norme in materia ambientale”, in tema di “Criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio”, che recepisce e ora rafforza quanto previsto dall’art. 8 comma 2 della Direttiva 94/62/CE. Il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 dispone che tutti gli imballaggi siano “opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 97/129/CE della Commissione.” Oggetto dell’articolo 219 comma 5 è l’etichettatura per la gestione dei rifiuti di imballaggio, ai sensi dell’articolo 8 della Direttiva 94/62/CE, e prescinde da ogni altro obbligo di etichettatura relativo al prodotto contenuto da esporre sull’imballaggio.

È consentito l’utilizzo degli imballaggi (e quindi il consumo delle scorte di magazzino) acquistati prima del 31.12.2022.

Cosa bisogna indicare sull’etichetta

Ecco cosa indicare:

  • codifica materiale composizione imballaggi (secondo decisione 97/129/CE…per esempio PAP81 per la confezione dei biscotti);
  • la tipologia di imballaggio (per esempio INCARTO per la confezione di biscotti);
  • indicazioni per la raccolta (per esempio RACCOLTA CARTA, per la confezione di biscotti);

Queste indicazioni sono previste sia per il mercato B2B che B2C. L’informazione può essere applicata direttamente sull’imballaggio oppure digitalizzata tramite, App, QrCode, Codice EAN, sito web, purché sia accessibile e di immediata lettura.
Ai trasgressori è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 5.000 e 40.000 euro.

Per essere sempre conforme alle normative, chiedici una consulenza sull’etichettatura ambientale

Ai sensi del D. lgs 116/2020 tutti gli imballaggi (primari, secondari e terziari) immessi al consumo in Italia sono sottoposti all’obbligo di etichettatura ambientale.

Il team di Officina Consulting è quindi a disposizione per supportare i produttori nella consulenza etichettatura ambientale.

Per ulteriori informazioni e preventivi contattaci ora, puoi compilare il form oppure chiamare il n. 051 61 67 303